Namastè – Mi Inchino al divino che è in Te
Immaginate un museo di arte fiamminga in Olanda all’Aia.
Siamo in una delle sale più famose, dove in ogni parete sono esposti quadri molto preziosi.
Al centro della sala un tappeto rosso.
Il tappeto apparentemente non porta da nessuna parte in particolare perché termina davanti ad una parete senza quadri ma con delle finestre.
Nel momento in cui qualsiasi visitatore si avvicina curioso al tappeto rosso, appare come dal nulla un uomo che si colloca alla fine del tappeto.
Dopo aver creato un primo contatto visivo con il visitatore, inizia a camminare lentamente sul tappeto rosso fino quasi a raggiungere il visitatore, mantenendo lungo tutto il tragitto il più possibile il contatto visivo.
Arrivato davanti al visitatore si mette letteralmente ‘ai suoi piedi’ seguendo in circa un minuto la procedura dello chaktsal (vedi approfondimento sotto) quindi seguendo alcuni semplici gesti: mettendo prima le mani giunte in namastè, poi alza le mani giunte in alto e poi le porta sul cuore e infine si stende completamente a terra sul tappeto rosso ai piedi del visitatore.
Come ci si sente avendo un uomo prostrato in devozione ai nostri piedi?
Come ci si sente essendo riconosciuti nella nostra Divinità?