Chaktsal

Namastè – Mi Inchino al divino che è in Te

Immaginate un museo di arte fiamminga in Olanda all’Aia.
Siamo in una delle sale più famose, dove in ogni parete sono esposti quadri molto preziosi.

Al centro della sala un tappeto rosso.

Il tappeto apparentemente non porta da nessuna parte in particolare perché termina davanti ad una parete senza quadri ma con delle finestre.

Nel momento in cui qualsiasi visitatore si avvicina curioso al tappeto rosso, appare come dal nulla un uomo che si colloca alla fine del tappeto.

Dopo aver creato un primo contatto visivo con il visitatore, inizia a camminare lentamente sul tappeto rosso fino quasi a raggiungere il visitatore, mantenendo lungo tutto il tragitto il più possibile il contatto visivo.

Arrivato davanti al visitatore si mette letteralmente ‘ai suoi piedi’ seguendo in circa un minuto la procedura dello chaktsal (vedi approfondimento sotto) quindi seguendo alcuni semplici gesti: mettendo prima le mani giunte in namastè, poi alza le mani giunte in alto e poi le porta sul cuore e infine si stende completamente a terra sul tappeto rosso ai piedi del visitatore.

Come ci si sente avendo un uomo prostrato in devozione ai nostri piedi?
Come ci si sente essendo riconosciuti nella nostra Divinità?

Per informazioni su come ospitare le performance o per richiedere la creazione di una nuova opera

Le esperienze di questa performance sono state sorprendenti.
Ogni visitatore ha risposto in modo unico e personale a questo incontro inaspettato.

Imbarazzo, spavento, commozione, tentativi di stendersi in terra anche loro, richieste di far alzare il performer, richieste di aiuto da altri visitatori nella sala…

Tantissime sfumature e risposte uniche da parte di ciascun partecipante.

(lo Chaktsal: In Tibet i più devoti compiono interi percorsi di pellegrinaggio prostrandosi a terra, attraverso lo chaktsal – la prostrazione, attraverso il quale i pellegrini esprimono la propria devozione: con le mani giunte in posizione di namastè, di preghiera, si toccano la sommità della testa, gesto che significa la richiesta a tutti i Buddha di concedere la loro benedizione e la purificazione di tutte le negatività fisiche; poi le mani si pongono all’altezza della gola per richiedere a tutti i Buddha le benedizioni della parola e la purificazione di tutte le nostre azioni negative compiute con la parola e il linguaggio; infine con le mani al cuore si richiedono le benedizioni della mente e la purificazione di tutte le negatività della mente; dopodichè si tendono al suolo distesi per poi rialzarsi per raggiungere a piedi il punto in cui sono arrivati con la testa, a volte deponendovi una conchiglia, quindi si prostrano nuovamente e riprendono da capo).

Gallery

CONTATTAMI

Per informazioni su come ospitare le performance o per richiedere la creazione di una nuova opera